Fare un’inchiesta é offrirsi spazi e completarsi. Diario delle finaliste Ferri e Ventre

di Antonia Ferri e Arianna Egle Ventre, finaliste categoria video inchiesta

Ci penso mentre sono sulla metro: è la terza volta che io ed Egle iniziamo un progetto insieme. Ormai ci conosciamo: mescoliamo amicizia e giornalismo. Negli anni, tra litigi, risate e percorsi personali, abbiamo trovato il nostro equilibrio. Sappiamo concederci le nostre pause e offrirci spazio a vicenda. Soprattutto quando ci accorgiamo che stiamo iniziando di nuovo a dire le stesse frasi nello stesso momento.

Lei arriva in bici. L’inchiesta è ancora nella sua prima fase: cerchiamo strade, facciamo lunghe chiacchierate con le fonti, studiamo… in attesa di partire. Sono una persona impaziente: l’inizio di un lavoro mi mette molto in difficoltà perché non riesco ad accettare di poter perdere tempo. Invece, il giornalismo è proprio qui, dentro il rischio di sbagliare e nella sfida di ricominciare: nel cogliere quella parola tra mille che sarà in grado di far guadagnare altri pezzi di percorso.

Egle non si stanca di ascoltare, è curiosa e affascinata dai dettagli più nascosti. Quelli che spesso io non vedo. Succede anche adesso, mentre siamo immerse da ore in un dialogo con una fonte. Le mie gambe sotto il tavolino non fanno che sobbalzare, ed Egle non accenna a mettere via il suo taccuino. Mi spazientisco e, dopo poco, la conversazione si chiude. Ci mettiamo in un angolo e aspettiamo di cominciare le nostre considerazioni a posteriori.

Che cosa si vede da fuori? Forse due campi di energia contrapposti: uno che spinge verso il centro, l’altro che butta fuori. Ripercorriamo il nostro materiale, le informazioni ottenute e quelle che avevamo già. Uniamo altri puntini nella nostra ricerca e ragioniamo su come procedere. Il progetto, da linea, si sta trasformando sempre di più in un universo complesso.

Alla fine della giornata, quella bufera di energie opposte è diventata una forma dai bordi più definiti. Entrambe soddisfatte, parliamo d’altro: ora siamo due amiche che ridono ai lati di una piazza romana.